Место издания:Centro Stampa della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna Cagliari
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Аннотация:Nel 1921, nel 600° anniversario della morte di Dante Alighieri, il filosofo
e sacerdote dell’Età d’argento Pavel Florenskij terminò di scrivere il suo libro Gli
immaginari in geometria, nel quale mostrò come la visione medievale del cosmo
rappresentata nella Divina Commedia fosse confermata alla luce della scienza moderna. Il libro fu pubblicato nel 1922 e da allora venne commentato da vari punti
di vista. Questo articolo solleva una domanda che è stata scarsamente affrontata
negli studi florenskiani: vale a dire, in quali aspetti la visione dantesca di Florenskij
si inserisce all’interno degli studi su Dante dell’Età d’argento? A questo proposito,
saranno considerati differenti approcci all’opera di Dante nel contesto in cui è stata
sviluppata la posizione di Florenskij, con particolare attenzione alle opinioni dei
pensatori religiosi russi. Una delle principali ipotesi di questo lavoro è che un tale
modo di porre questa domanda sia utile a spiegare il fenomeno del “Dante russo”,
la cui originalità è citata in numerosi studi di rilievo. Questo articolo rivela anche
il modo in cui la percezione di Dante da parte del pensiero russo sia connessa
alla valutazione della posizione storica e culturale occupata dalla sua opera. Al
riguardo, particolare attenzione è riservata alla rivalutazione di una certa visione
del Medioevo e del Rinascimento propria del pensiero russo. In conclusione, la ragione dell’accresciuto interesse per il fenomeno dantesco all’interno del pensiero
religioso e filosofico dell’Età d’argento consiste nel riconoscimento della vicinanza
alla propria visione simbolica del mondo così come viene presentata nella Divina
Commedia. Nel pensiero di Pavel Florenskij questo tipo di visione del mondo riceve
non solo una giustificazione filosofica, ma anche scientifica, ed è definito dal concetto di “metafisica concreta”.